Alla luce del combinato disposto dell’art. 2 co. 26 della L. 335/95 e dell’art. 18 co. 12 del DL 98/2011 (conv. L. 111/2011) – in base al quale sono tenuti ad iscriversi alla Gestione separata tutti coloro che esercitino per professione abituale, ancorché non esclusiva, attività di lavoro autonomo per cui non siano soggetti all’iscrizione in un Albo ovvero per cui, nonostante l’iscrizione ad un Albo, non debbano versare ad una Cassa di categoria contributi che determinino la creazione di una posizione previdenziale – la Corte di Cassazione, con la sentenza 18.12.2017 n. 30345, ha affermato che, poiché lo Statuto di INARCASSA esclude dalla possibilità di iscrizione coloro che, pur essendo iscritti all’Albo e in possesso di partita IVA, risultino iscritti ad un’altra forma di previdenza obbligatoria in dipendenza dell’esercizio di un’altra attività, l’architetto dipendente pubblico che svolga anche la professionale, in relazione ai redditi professionali, ha l’obbligo di iscriversi e pagare i contributi alla suddetta Gestione, istituita presso l’INPS.
A nulla rileva, secondo la Suprema Corte – che sul punto ribalta la decisione dei giudici di merito – il versamento alla Cassa del contributo integrativo.
Immobile occupato abusivamente – Esenzione dall’IMU e dalla TASI – Condizioni (C.T. Prov. Roma nn. 25506/2017 e 26532/2017)
La C.T. Prov. di Roma ha riconosciuto l’esenzione da IMU e dalla TASI a una società che di fatto ha perso da anni la disponibilità del proprio immobile, in seguito a un’occupazione abusiva.
Con due sentenze gemelle, infatti (le nn. 25506/2017 e 26532/2017), i giudici hanno enunciato un nuovo principio secondo cui il proprietario di un immobile occupato abusivamente non è assoggettato né all’IMU né alla TASI in considerazione del fatto che le imposte locali sono dovute in conseguenza dell’effettivo possesso dell’immobile. Il possesso, per essere effettivo, deve permettere al proprietario di “ripristinare il contatto materiale con il bene quando lo voglia”. Tale circostanza non è ravvisabile nel caso di immobili occupati abusivamente.
Acquisto di abitazioni di nuova costruzione – Detrazione IRPEF del 50% dell’IVA – Assenza di proroga – Novità del Ddl. di bilancio 2018
Nel Ddl. di bilancio 2018 non è prevista la proroga della detrazione IRPEF del 50% dell’IVA corrisposta per l’acquisto di immobili di classe energetica A o B, cedute dalle imprese costruttrici delle stesse, introdotta dall’art. 1 co. 56 della L. 208/2015 (legge di stabilità 2016).
Quindi, a meno che non venga previsto in seguito, entro il 31.12.2017 dovranno essere sostenute le spese per poter fruire del beneficio fiscale.
Indennizzo percepito a fronte di accordi transattivi con la banca – Esclusione dal reddito (ris. Agenzia delle Entrate 18.12.2017 n. 153)
In base alla ris. Agenzia delle Entrate 18.12.2017 n. 153, le somme corrisposte da una banca in liquidazione coatta amministrativa ai propri soci, a fronte della stipula di accordi transattivi relativi a pretese risarcitorie che i soci avrebbero potuto vantare in relazione agli investimenti effettuati, non assumono rilevanza reddituale ai sensi dell’art. 6 co. 2 del TUIR in quanto volte a reintegrare “forfetariamente” la perdita economica patrimoniale (“danno emergente”) subita dal percettore a fronte delle condotte poste in essere dalla banca.
Nel caso di specie, gli accordi stabilivano l’erogazione di un indennizzo quale ristoro del danno da investimento disinformato, non corretta applicazione della disciplina relativa all’attività di intermediazione, mancata pubblicazione di un prospetto informativo, mancato disinvestimento, irregolarità formali dei contratti o collocamento fuori sede di strumenti finanziari.
Per l’Agenzia, l’esame delle suddette fattispecie porta a concludere che la pretesa risarcitoria dei soci abbia ad oggetto il ristoro di un “danno emergente” di natura patrimoniale, cagionato da condotte poste in essere dalla banca e riconducibili alla violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza previsti dal TUF (DLgs. 58/98). Peraltro, l’indennizzo non risulta parametrato in alcun modo alla mancata percezione dei proventi derivanti dai titoli o alla perdita di valore degli stessi, bensì risulta determinato in misura forfetaria (cfr. anche ris. Agenzia delle Entrate 12.1.2017 n. 3).
Elementi a favore del contribuente successivi all’emissione del PVC (circ. Guardia di Finanza 27.11.2017 n. 1/2018)
In linea di principio, non sono assoggettati ad autotutela gli atti di esecuzione delle attività ispettive in quanto di natura endoprocedimentale ed inidonei a produrre, in via autonoma e immediata, effetti giuridici pregiudizievoli per il contribuente.
Nel caso, però, di sopravvenuta conoscenza dopo l’emissione del PVC di elementi favorevoli al contribuente, la Guardia di Finanzia può, in alternativa, riaprirlo evidenziando gli effetti quantitativi dei nuovi elementi sulle violazioni già constatate ovvero trasmettere all’Amministrazione finanziaria la documentazione attestante i nuovi elementi favorevoli, notiziando il contribuente (circ. Guardia di Finanza 27.11.2017 n. 1/2018).
L’obbligo di comunicazione sussiste altresì nell’ipotesi in cui sia stato già emesso il relativo avviso di accertamento, al fine di consentire all’Agenzia l’eventuale esercizio dell’autotutela.
Omesso versamento di ritenute previdenziali – Criteri di calcolo della soglia di punibilità annuale – Rimessione della questione alle Sezioni Unite (Cass. pen. 11.12.2017)
Il Primo Presidente della Cassazione, con ordinanza dell’11.12.2017, ha rimesso alle Sezioni Unite il compito di precisare il criterio di calcolo della soglia di punibilità di 10.000,00 euro annui, inserita nella fattispecie di omesso versamento di ritenute previdenziali (art. 2 co. 1-bis del DL 463/83) dall’art. 3 co. 6 del DLgs. 8/2016. L’udienza è fissata per il 18.1.2018.
Secondo la giurisprudenza di legittimità (tra le altre, Cass. n. 22140/2017), infatti, per accertare il superamento della soglia di punibilità, il periodo di un anno è da intendersi come quello nel quale il debito sia sorto, secondo un principio di competenza e non di cassa. In senso opposto si sono, invece, espressi l’INPS, nella circolare n. 121/2016, ed il Ministero del Lavoro, nella Nota n. 9099/2016.
Con una Nota depositata il 10.11.2017 presso la Terza sezione penale, inoltre, l’INPS ha sottolineato l’opportunità di una pronuncia delle Sezioni Unite, dal momento che l’adesione all’impostazione della Suprema Corte imporrebbe di riesaminare migliaia di fascicoli al fine di riscontrare la sussistenza dell’illecito amministrativo o di quello penale. Inoltre, si dovrebbero commissionare le necessarie modifiche ai programmi informatici e riesaminare tutte le contestazioni di illecito amministrativo già notificate e, ove necessario, revocarle. Tale opportunità, come evidenziato, è stata recepita dal Primo Presidente della Cassazione.
Abrogazione della scheda carburante dall’1.7.2018 – Emendamento al Ddl. di bilancio 2018
Un emendamento approvato dalla Commissione Bilancio della Camera al Ddl. di bilancio 2018 modifica la disciplina relativa all’acquisto di carburante per i soggetti IVA.
L’emendamento prevede, a decorrere dall’1.7.2018, l’obbligo, ai fini della detraibilità IVA e della deduzione del costo, di acquistare il carburante esclusivamente con carte di credito, bancomat e carte prepagate, abrogando contestualmente la disciplina relativa alla scheda carburante.
Datori di lavoro aventi da 15 a 35 dipendenti – Obbligo di assumere personale disabile dall’1.1.2018
Dall’1.1.2018, i datori di lavoro aventi da 15 a 35 dipendenti (computabili in base alle regole normativamente previste), per il solo fatto di presentare un organico di tale entità, dovranno:
– avere alle proprie dipendenze almeno un lavoratore disabile in modo da coprire la quota di riserva per essi prevista dall’art. 3 co. 1 della L. 68/99;
– presentare la conseguente richiesta di avviamento agli Uffici competenti entro 60 giorni dall’insorgenza dell’obbligo (ossia entro l’1.3.2018).
Diventerà, infatti, operativa, dall’inizio del prossimo anno, l’abrogazione, ad opera dell’art. 3 del DLgs. 151/2015, del co. 2 del citato art. 3 della L. 68/99: la norma che ha fatto sì che finora, per i datori di lavoro della “prima fascia”, in assenza di una nuova assunzione (es. con passaggio a 16 unità), non vi siano gli obblighi di assunzione di disabili.
È ritenere che ciò comporterà anche il venire meno, per abrogazione implicita, dell’art. 2 co. 2 del DPR 333/2000 (differimento di 12 mesi dell’obbligo di presentare la richiesta di avviamento conseguente all’effettuazione di una nuova assunzione), mentre non inciderà sulla disciplina prospetto informativo ex art. 9 co. 6 della L. 68/99.
Soggetti sottoposti a fallimento – Novità della L. 155/2017
La L. 155/2017, recante la “Delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza”, ridefinisce, nell’ottica di istituire un sistema unitario di accertamento e governo della crisi, l’ambito dei soggetti sottoposti a procedure concorsuali.
Secondo l’art. 2 co. 1 lett. e) della L. 155/2017, in via più generale, è assoggettata al procedimento di accertamento dello stato di crisi o di insolvenza ogni categoria di debitore, persona fisica o giuridica, ente collettivo, consumatore, professionista o imprenditore esercente un’attività commerciale, agricola o artigianale, con esclusione dei soli enti pubblici.
Esaminando i decreti attuativi di prossima emanazione, il quadro normativo risulterà comunque incompleto, a partire dall’esclusione dell’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi (oggetto di stralcio dal primo disegno di legge).
Tarsu – Quota “variabile” – Modalità di determinazione – DM in corso di pubblicazione
Secondo il Ministero dell’Ambiente sarebbe quasi pronto il decreto che dovrebbe evitare l’assoggettamento alla TARI dei magazzini delle imprese e delle attività commerciali medio-grandi. Il provvedimento, infatti, dovrebbe precisare con quali modalità deve essere calcolata la tassa riufiuti con particolare riguardo alla determinazione della quota variabile delle utenze domestiche, che va computata una sola volta a prescindere dal numero delle pertinenze (circ. Min. Economia e Finanze 1/DF/2017).
Un altro tema che meriterebbe approfondimenti riguarda la corretta tassazione, sempre ai fini TARI, degli agriturismi; da una parte le associazioni di categoria sostengono che le strutture agrituristiche non possono essere assoggettate alla tassa, trattandosi pur sempre di imprese agricole, dall’altra i Comuni insistono sulla loro imposizione ordinaria.