Immobili a uso promiscuo – Costi relativi a servizi e utenze – Criteri e condizioni di deducibilità

Gli imprenditori individuali e i professionisti che utilizzano promiscuamente immobili per l’esercizio della loro attività economica possono recuperare fiscalmente i relativi costi e l’IVA solo in parte.
Infatti, i canoni di locazione dei suddetti immobili:
– sono deducibili dal reddito d’impresa o di lavoro autonomo per il 50% dell’importo, purché il contribuente non disponga di altro immobile – ovunque per le imprese e nel medesimo Comune per i professionisti – adibito esclusivamente all’esercizio dell’impresa o dell’arte o professione (artt. 54 e 64 del TUIR)
– l’eventuale IVA, applicata su opzione, sulla locazione di abitazioni è indetraibile (art. 19-bis1 co. 1 lett. i) del DPR 26.10.72 n. 633).
Invece, con riferimento alla deduzione delle utenze afferenti gli immobili promiscui, si evidenzia che:
– i professionisti possono dedurre al 50% le suddette spese nel rispetto delle condizioni ex art. 54 co. 3 del TUIR; tale misura forfettaria non è derogabile neppure dimostrando l’utilizzo professionale in misura superiore a quella del 50% (circ. Agenzia delle Entrate 20.9.2012 n. 35, § 2.2);
– per il reddito d’impresa, in mancanza di una disposizione puntuale, ci si può riferire alla r.m. 7.11.1975 n. 9/50091, secondo la quale le spese di riscaldamento dei suddetti immobili possono essere dedotte per la parte di costo che riguarda i locali ad uso commerciale, individuati con una ripartizione proporzionale sulla base di dati certi e obiettivamente comprovanti (ad esempio, il numero degli elementi radianti).

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