Nelle scorse settimane sono stati diffusi i dati inerenti agli adeguamenti automatici all’inflazione, in funzione dell’indice IPCA, delle retribuzioni minime, delle indennità di trasferta e di reperibilità previste dalla contrattazione collettiva per i lavoratori dell’industria e della piccola industria metalmeccanica e dell’installazione di impianti, oltre che delle imprese cooperative metalmeccaniche e dell’industria orafo-argentiera.
La scelta di fare riferimento a questo specifico indicatore economico trova la sua origine nell’Accordo quadro del 22.1.2009, con il quale Governo e Parti Sociali (tranne la CGIL) hanno concordato che il contratto collettivo nazionale di categoria ricorresse a questo strumento, in sostituzione del “tasso di inflazione programmata”. L’adeguamento annuale legato all’IPCA, di cui ora si avvantaggiano i lavoratori del settore metalmeccanico, si sostanzia in un meccanismo negoziale, suscettibile di correzioni, soggetto alla volontà delle parti contraenti e che esclude la componente dei prezzi dei beni energetici importati.