La Corte di Cassazione, nella sentenza 10.1.2018 n. 375 – dopo aver premesso come anche per le delibere assembleari di società di capitali valga il principio, enunciato in ordine ai contratti, secondo il quale l’interpretazione è attività riservata al giudice di merito, censurabile in sede di legittimità solo per violazione di legge – precisa che:
– laddove la delibera di nomina del collegio sindacale preveda un compenso generico, lo stesso è da riferire all’intera materia delle attività di competenza, senza poter ipotizzare sottrazioni o riserve;
– nella specie, peraltro, dal momento che la delibera prendeva in considerazione la misura massima prevista dall’allora vigente tariffa, lascia anche presumere l’adeguatezza del compenso;
– non pare dubbio, inoltre, che la sussistenza di incertezze in relazione a tale delibera avrebbe dovuto indurre i sindaci a chiedere tempestivamente informazioni e chiarimenti (circostanza nella specie non verificatasi).