La rateazione dei contributi INPS segue regole differenti a seconda che si tratti di debiti in fase amministrativa oppure di debiti che sono stati già oggetto di formazione di avviso di addebito. La differenza risiede, oltreché nella misura delle sanzioni, anche nella diversa procedura da seguire per la dilazione, infatti nel primo caso l’istanza andrà presentata direttamente all’Istituto mentre nel secondo caso all’Equitalia.
Durata della rateazione
L’Inps concede il pagamento dilazionato fino ad un massimo di 24 mesi mentre in alcuni casi (calamità naturali, ritardi nella riscossione dei crediti verso la P.A., ecc.), a seguito di autorizzazione del Ministero del Lavoro, è possibile un prolungamento fino a 36 mesi.
Presentazione della domanda
L’interessato alla rateazione presenta la domanda online tramite il sito web dell’Inps previa richiesta di un codice pin personale e nella stessa dovrà indicare tutti i debiti esistenti alla data in cui la trasmette. L’invio della domanda può essere effettuato anche per il tramite di un intermediario (commercialista o consulente). L’esame della domanda da parte dell’Inps avviene entro 15 giorni dalla presentazione e l’esito di accoglimento o rigetto viene comunicato all’istante a mezzo fax o pec.
Perfezionamento della domanda e concessione del piano di rateazione
La domanda si perfeziona con l’accettazione del piano di ammortamento e con il pagamento della prima rata. Il mancato versamento di quest’ultima, nel termine fissato dal piano, comporta l’annullamento dell’istanza e preclude al contribuente la possibilità di richiedere una nuova rateazione per gli stessi debiti.
Decadenza dal piano di rateazione
Il contribuente decade dalla rateazione sia per l’omesso pagamento di una rata entro i termini previsti dal piano di ammortamento e sia per l’omesso pagamento dei contributi periodici previsti dalla sua gestione di appartenenza, come ad esempio i contributi trimestrali degli artigiani o commercianti.