Lavoro domestico – Inquadramento dei lavoratori – Disposizioni del CCNL

Nell’ambito del lavoro domestico, il lavoratore deve prestare la propria opera per il funzionamento della vita familiare, per un datore di lavoro che può essere un privato, una famiglia o una comunità senza fini di lucro, a condizione che l’attività svolta non sia di tipo industriale o professionale.
Perché la prestazione sia riconducibile al rapporto di lavoro domestico (a tempo indeterminato o a termine), la prestazione lavorativa deve essere continuativa, resa all’interno dell’abitazione del datore di lavoro e deve rispondere a un suo bisogno personale o legato al funzionamento della vita familiare, mentre se la prestazione non è resa in modo continuativo ma occasionale, è possibile utilizzare il Libretto Famiglia (art. 54-bis del DL 50/2017).
L’inquadramento del lavoratore domestico deve essere effettuato, in base a quanto previsto dal CCNL di riferimento (CCNL “Collaboratori familiari – Lavoro domestico” del 20.2.2014), tenendo conto sia delle mansioni svolte, sia della qualifica acquisita dal lavoratore, dalla convivenza o meno con la famiglia e dall’orario di lavoro.

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