L’utilizzo dell’accertamento basato sugli studi di settore (di cui all’art. 10 co. 1 della L. 146/98) si è progressivamente ridotto da quando le Sezioni Unite della Cassazione, con le sentenze depositate il 18.12.2009 n. 26635, 26636, 26637 e 26638, hanno definitivamente sancito che i risultati derivanti dall’applicazione degli studi di settore e dei parametri contabili costituiscono di per sé presunzioni semplici, insufficienti, da sole, a sostenere l’accertamento.
Tale fenomeno è stato accompagnato dal progressivo utilizzo di tali strumenti:
– a sostegno di pretese tributarie determinare con metodologie diverse (es. indagini finanziarie);
– come stimolo dell’adempimento spontaneo.
Il cambio di passo (da strumento repressivo ad incentivo della compliance) è dimostrato anche dalla riduzione dei soggetti che risultano congrui agli studi di settore e di coloro che decidono di adeguarsi in dichiarazione, nonchè dall’invio delle segnalazioni di anomalia dell’Agenzia delle Entrate che hanno avuto sia un effetto sulla correzione di precedenti comportamenti, sia sulle dichiarazioni dei redditi da presentare. Ed è proprio questa la linea che puntano a rafforzare gli indicatori di fedeltà fiscale che introdurrà la prossima legge di bilancio, con in più un sistema premiale che porterà vantaggi come rimborsi più veloci e l’eliminazione dei controlli per i contribuenti più virtuosi.